Per trattare di un argomento tanto interessante quanto spinoso come quello della configurazione euro-atlantica legata ad un’influenza delle azzorre più o meno presente è ancora presto. Giugno è il primo mese estivo ed è un mese che si trascina elementi climatici primaverili al punto tale da poter riservare fasi instabili e distribuzioni bariche non proprio francamente estive. Tuttavia si possono cominciare a confrontare situazioni come quella attuale di metà mese con quelle corrispondenti del passato, a verificare se, effettivamente, il passato, per come dicono in molti, era maggiormente legato alle azzorre sin dalla tarda primavera. Se molti climatologi lo affermano sarà anche vero. E, forse, sarà anche vero che sussiste, rispetto al passato, una maggiore presenza di situazioni meridiane, più o meno associate al riscaldamento globale e concausa della eventuale latitanza azzorriana. Se penso ad es. alle primavere e alle estati degli anni ’60 o ’70 ho, di fatto, la sensazione che soffrissero assai meno delle spinte africane e fossero maggiormente associate a venti occidentali. E ho la sensazione che quello che io chiamo il pantano iberico-marocchino fosse meno presente. Per analizzare la faccenda, però, non bastano i ricordi, ma servono dati statistici precisi. Sono andato a spulciare nelle carte del giugno di tanti anni del passato e ho potuto verificare, ad es., che non tutto è così facilmente definibile. Ho visto, infatti, che sono tante, sin dagli anni ’50, situazioni di metà giugno con oceano in bassa pressione ed azzorre non presenti. Questo sconfessa la tesi delle azzorre che sono diventate progressivamente meno presenti? No, non credo. Non lo credo perché gli scienziati che studiano il clima deducono dopo esami ben più approfonditi e quanto ammettono è assai scientificamente verosimile. Semmai non bisogna trasformare certe affermazioni scientifiche in banali luoghi comuni che estremizzano, semplificano ed appiattiscono i concetti. Certo è che l’argomento stimola parecchio l’interesse di tutti i meteo appassionati nonché riflessioni, discussioni ed opinioni, lecite e alla ricerca di un ancora complicato punto definitivo di verità. Il mio disegno segnala, con il supporto delle frecce grandi, la situazione in quota emisferica prevista per metà mese e delinea proprio una tipica situazione in cui il pantano iberico-marocchino fa da moderato spartiacque tra il ramo azzorriano ed il ramo africano, secondo un profilo che, a mio parere, è diventato assai più frequente negli ultimi anni o decenni. Viceversa la freccia più sottile delinea il profilo delle perfette estati a matrice oceanica, governate dalle azzorre ed in cui non sussiste nessuna frattura o interferenza da affondo iberico-marocchino, secondo una configurazione che, per molti, spesso presente in un passato più o meno remoto, è diventata sempre più rara. Di sicuro è plausibile ritenere, al netto di una effettiva maggiore presenza di affondi in oceano che tengono le azzorre confinate, che una maggiore presenza di detti affondi possa essere la conseguenza di un oceano più caldo. E chissà mai che…
Pierangelo Perelli

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