Editoriali Slider — 07 Febbraio 2021

In vista della possibile irruzione fredda di metà mese sarebbe anche giunta l’ora di smettere di mettere in relazione continuamente certi movimenti del vortice polare con stratwarming del passato, altrimenti si finirà per considerare eventuali augurabili forti irruzioni del prossimo inverno come conseguenza dello stratwarming del gennaio appena trascorso, ovvero dell’anno precedente. Lo stratwarming di fine dicembre 20-inizio gennaio 21, ascrivibile ad un discreto riscaldamento che ha quasi prodotto un vero split stratosferico, di effetti sul VP ne ha avuti meno che pochi; e le eventuali conseguenze dello sporadico stratw di fine gennaio 20-inizio febbraio 21 le lasciamo volentieri alle sterili discussioni di coloro che si incartano nel bel mezzo di disgustose avventure tra gli indici teleconvettivi e tra cose simili. Detto questo e venendo a discutere, nei modi semplici che la meteo saggia e comprensibile richiede, la situazione a livello emisferico, va detto che il VP, non presentandosi così energico tende a cedere finalmente il fianco a possibili meridianizzazioni degne di tale nome ed influenti anche per le nostre aree. La fisionomia generale che si prospetta a distanza di una settimana circa vede, di fatto e specificatamente in sede europea o euro-mediterranea, il profilo del classico lobo asiatico del vortice polare splittare e generare un ben definito polo freddo in quota diretto verso sud o verso sud-ovest. Un fenomeno del genere non è cosa di poco conto e merita attenzione, giacché, associato ad una vera situazione di blocco che frena in modo efficace il corso occidentale ed in grado di disporre i forcing in senso meridiano se non anti-zonale, può effettivamente spingere il freddo vero dell’artico continentale verso il mediterraneo. A differenza di configurazioni simili che i modelli hanno prospettato in passato smentendole poi nel corso dei giorni questa volta le medesime configurazioni danno l’idea che il blocco possa resistere e, dunque, possa davvero fare in modo che il polo freddo suddetto diventi per noi, totalmente o parzialmente, influente. Si può allora ammettere che avremo una ondata di freddo o, addirittura, di gelo? Beh, si può ammettere che questa è una possibilità. Dopodiché dobbiamo sempre considerare tutte le possibilità alternative del caso, tra cui anche quelle che possono non risultare così simpatiche ai freddisti, ovvero quelle ad es. che implicano una invadenza dell’alta pressione tale da rendere l’irruzione marginale o di confine, o ancora ad es. quelle che considerano il blocco sporadico o debole e che implicano una freddisticamente poco augurabile riapertura rapida della porta dell’occidente. In ogni caso di una evoluzione che, almeno inizialmente, disegna il classico corso di una configurazione significativamente meridiana prendiamo atto e la possibilità di una fase più o meno significativamente fredda non la escludiamo di certo. Il disegno, che indica la situazione generale emisferica prevista per i giorni 13-14 febbraio, mostra in modo chiaro lo split ed il polo freddo sull’europa orientale che tende a guadagnare in latitudine ed in longitudine verso occidente, mentre le frecce intendono indicare i vari possibili movimenti dei centri barici implicati, tutti possibili ed alternativi nella loro capacità di disegnare prospetti evolutivi più o meno freddi ed instabili e relativamente diversi…

Pierangelo Perelli

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