Editoriali Slider — 06 Gennaio 2019

Dovendo commentare la configurazione meteo di questi primi giorni dell’anno viene spontaneo ammettere che siamo nel contesto di una situazione perfettamente normale per il mese, ovvero associata ad un moderato disegno wave2 capace, in un contesto di mobilità secondaria nord-ovest/sud-est, di stabilire un flusso veicolo di successive onde di matrice artica in direzione della penisola balcanica e del mediterraneo centro-orientale. In contesti del genere l’evoluzione fisiologica e possibile ma non scontata, nel senso di una continentalizzazione e di una parziale retrogressione, può rendere dette onde, poi, maggiormente incisive nei confronti della penisola, e segnatamente sui settori orientali. E’ questo il caso della prima irruzione dell’anno, che è stata capace di un temporaneo travaso di aria fredda da levante sull’adriatico centro-meridionale. La nuova onda o irruzione, prevista per fine decade, ovvero a breve-medio termine, in un primo tempo promettente di una azione più diretta, si è poi andata riconfigurando nel senso di una moderata spinta artica, anch’essa con obiettivo il mediterraneo centrale e centro-orientale, piuttosto che quello centro-occidentale. Più in generale, dunque, tutto concorre a raccontare una fase perfettamente normale, con afflussi freddi tuttaltro che legati a super blocchi e alle conseguenze di major stratwarmig. Per di più, a seguito della irruzione suddetta, il quadro euro-atlantico, tenderà, quanto meno temporaneamente, ad una occidentalizzazione graduale, con stemperamento della wave2 e del corridoio freddo artico. A onor del vero c’è, però, anche da dire, che, lo stesso ridisegno nella direzione di una maggiore zonalità, previsto nelle prospettive del tempo che procede verso metà mese, associa un generale abbassamento del fronte polare e uno spostamento dei minimi di temperatura del VP a più basse latitudini sul nord-atlantico. Il che non è male (per i freddisti) e non è poco. Ma, seppure è giusto farlo, ad accordare, ad una evoluzione del genere, in termini di serbatoio di aria fredda, il grande potenziale riferito a nuove configurazioni con rialzi barici in oceano, andiamo a parlare di situazioni possibili di troppo lungo termine. Rimanendo nell’arco temporale che ci porta, al massimo, ai primi giorni della seconda metà del mese, ho disegnato la situazione prevista in quota il giorno 10 gennaio, associata alla irruzione suddetta, e ho disegnato, tenendo presente una isoipsa di riferimento, il trend che vede la occidentalizzazione menzionata (linea blu) e poi la successiva, ancora molto ipotetica, nuova ripresa barica sul nord atlantico (linea viola), dei giorni intorno al 20…

Pierangelo Perelli

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