La fisionomia che sta caratterizzando il tempo a livello europeo e mediterraneo è quella mobile di successive saccature del nord-atlantico in grado di pilotare masse d’aria tra l’artico-marittimo ed il polare-marittimo. Tutto questo ha, come risvolti mediterranei ed italici, quelli di un clima tra l’invernale ed il tardo-autunnale. Inutile parlare di grande freddo, di gelo, e di un avvio di inverno con il botto; inutile perché questo non è. Leggo che potrebbe nevicare al nord-ovest in pianura a 48 ore ed immagino che questo possa far pensare a chissà quale fase invernale; ma va ampiamente detto che, in situazioni come questa, ovvero fatte di un quadro nord-atlantico ed in grado di causare precipitazioni, la neve al nord rientra in un perfetto disegno di normalità, nel quale la medesima neve può cadere a bassa quota dove la pianura padana fa da sacca conservativa dell’aria fredda che gli impulsi successivi apportano ed anche quando non sussistono situazioni generali di particolari afflussi freddi. Fatta questa premessa possiamo affermare che risultano ampiamente confermate le prospettive di una graduale chiusura ad inizio seconda decade e a suon di un anticiclone che mostra l’evidente desiderio di dire la sua come ostacolo al flusso atlantico. Il che significa che tenderà a terminare la fase mobile in corso delle successive saccature nord-oceaniche e che tenderà ad affermarsi una deviazione dei flussi occidentali verso più elevate latitudini e verso nord-est. Rimane ampiamente da verificare, tuttavia, quale sarà, al seguito della depressione mediterranea in cut-off totale o parziale dei giorni 10/11, l’effettivo comportamento di tale alta pressione, che i modelli delineano attualmente come un pò indecisa tra l’idea di imporsi come un brutto affronto all’inverno oppure come una espansione meridiana in grado di attivare una corrente decisamente settentrionale sull’est europeo e lungo i balcani. La differenza tra queste due possibilità è quella che sta tra la perfetta o quasi situazione da anticiclone invernale ben disposto in mediterraneo e non certo foriero di sogni freddisti ed una situazione che, in virtù di flussi nettamente nordici sull’est europeo ed al limite del mediterraneo orientale, può, al contrario, far sperare, ammesse erosioni anticicloniche e retrogressioni, in sbuffate fredde continentali. Guardare ben oltre i primi di seconda decade, peraltro, appare al momento assai temerario giacché il tutto mostra gli evidenti segni di incertezza tipici di quando i modelli, per il lungo termine, non sono così concordi. Tuttavia, volendo a tutti costi guardare almeno sino alla metà del mese, si possono senz’altro considerare, appunto, le due sopra indicate possibilità evolutive, che, nel disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 11/12, sono rappresentate dalla simbologia delle frecce e che, pur ammettendo interessanti ipotesi continentali continuano, ahimé e nel contempo, a non escludere la fatidica e non augurabile minaccia anti-freddo del sub-tropicale…
Pierangelo Perelli