Per come già descritto in precedenza qualcosa nella struttura delle correnti e dei centri barici, e nel corso della prossima settimana, tende a muoversi. Se, infatti, è improbabile un guasto vero e proprio o un vero break, è assai credibile il contesto di una certa diminuzione dei valori barici in quota associato ad infiltrazioni di matrice settentrionale o nord-orientale. Il quadro di detti valori non sembra presentare diminuzioni così marcate ma, per come sappiamo, in estate e con il caldo dei bassi strati, per la genesi di gradienti di instabilità legati ad infiltrazioni di aria più fredda in quota occorre poco. Si delinea, già a partire da inizio settimana, una ridistribuzione del campo barico che spinge massimi verso nord-est e sino sulla scandinavia ad attivare una discesa di correnti settentrionali lungo l’europa orientale e lungo il mediterraneo orientale. E’ pur vero che una tale discesa appare modesta e non appare in grado di estendersi troppo verso ovest, ma non è neanche detto che non possa acquisire la dinamica di una certa retrogressione verso il mediterraneo centro-meridionale. L’evoluzione, in tal senso, potrebbe essere quella che, nel disegno della situazione generale prevista intorno ai giorni 9/10, è indicata dalla simbologia. In una prima fase potrebbero essere le infiltrazioni settentrionali suddette a conquistare la scena, con la possibilità conseguente di una generale moderata destabilizzazione, soprattutto diurna, variamente distribuita e, forse, in trasferimento graduale verso sud; in una seconda fase ed in dirittura del fine settimana, senza escludere la possibilità che l’azione debolmente ciclonica orientale possa acquisire la retrogressione sopramenzionata alle basse latitudini, potrebbe manifestarsi un recupero di forcing sud-occidentali capaci di annullare l’azione settentrionale e di ridare temporaneo vigore al promontorio anticiclonico sul mediterraneo occidentale; in una terza fase, proprio da collocare intorno alla metà del mese, potrebbero quindi manifestarsi nuovi rialzi barici in oceano tali da scongiurare prolungamenti della nuova azione stabilizzante e tali, al contrario, da far pensare persino ad ipotesi di cambiamenti meteo più marcati e a quel qualcosa che sa di vero break…
Pierangelo Perelli

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