Editoriali Slider — 02 Luglio 2021

Mentre impazza il coro monotono e monocolore sul caldo e sul sahara, assai stucchevole, c’è, per fortuna, la possibilità di estendere il quadro e di operare in analisi che guardano alle cose del tempo con modi un pò più completi ricavando dalla situazione di questo scorcio stagionale qualcosa di meno monocolore. Il primo punto da considerare è che in estate il sub-tropicale cerca di dettare legge e, spesso, come è sempre accaduto, ci riesce. Il secondo è che talora, come accade sempre, ahimé, più spesso, è il ramo africano dello stesso a diventare protagonista, ramo che, comunque, a sua volta, non è una entità arrivata all’improvviso negli ultimi tempi ma è una entità che è sempre, anch’essa, esistita. Il terzo è che se in estate e tra giugno e luglio fa notizia il caldo, così come in inverno, ahimé e come si vede, la fanno gli zero gradi notturni e quattro fiocchi di neve di un gennaio qualunque di un’area pianeggiante qualunque del centro-nord, significa che oramai la chiacchiera prevale sui fatti. E non si tratta di fare il controcorrente o di polemizzare oltre misura. Si tratta di dire quello che uno vede e pensa, che piaccia o che non piaccia e che certe cose che scrivo in rete, tra diario e servizi meteo, le legga il mondo o che non le legga nessuno. Non mi cambia la vita né in un senso e né nell’altro. Punto. Venendo al tempo quello che, appunto, mi sento di dire, giunti a questo punto della stagione, è che il sub-tropicale è stato certamente il principale protagonista (ma che strano!) e lo è stato anche con la veste del suo ramo africano, ma è altrettanto vero che detto africano, quando si è affermato, non lo ha fatto troppo a lungo, ed inoltre lo ha fatto sino ad una certa latitudine. Certe temperature assai elevate del nostro caro sud, infatti, non hanno avuto corrispondenza sul centro-nord. La realtà dei fatti è questa. Oltre una certa latitudine la fisionomia barica e dei flussi ha visto, frequentemente, azioni zonali o cicloniche di confine, talora inserite in un contesto mobile. E la fase in atto, ad es., corrisponde proprio ad un contesto mobile siffatto. E a seguire? Beh, a seguire è verissimo che la tendenza verso una maggiore nuova ondulazione o perturbazione del fronte polare che si intravede a partire dal giorno 6 luglio può rimettere in pista il ben poco amato; ma non tutto, per fortuna, appare così scontato. Non appare così scontato perché il minaccioso affondo iberico della estensione a saccatura di un’area vorticosa in approfondimento sulle isole britanniche potrebbe si alimentare una rimonta di sud-ovest da onda africana, ma solo molto temporaneamente. E solo temporaneamente perché si intravede un atlantico voglioso, nelle sue vesti sia anticiclonica che ciclonica, di dire la sua, promuovendo il tipico forcing da ovest che costruisce la tipica situazione associata a massimi barici ben disposti tra l’oceano britannico e la spagna e a depressioni in transito oltre le alpi e in relativo scivolamento verso sud-est. Troppo bello per essere vero? Magari si, ma stiamo parlando comunque sempre di forecast che non vanno oltre l’inizio di seconda decade e di una stagione calda e pur sempre a carattere ben estivo. Il disegno mostra la situazione generale prevista da ECMWF tra il 5 ed il 6, in cui si nota, con il supporto delle frecce più piccole, la fisionomia della nuova incipiente onda africana, mentre le frecce grandi vogliono indicare l’evoluzione immediatamente successiva ancorata a massimi barici più spostati ad ovest ed a qualcosa di un pò più oceanico e di meno tremendamente africano…

Pierangelo Perelli

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