Lo split ed il corrispondente consolidamento di un’area anticiclonica da wave2 sino oltre la groenlandia, inquadrabili verso fine decade, non è detto ancora che non possano far avvicinare di parecchio al mediterraneo il grande freddo del lobo asiatico del vortice polare. Ma va anche detto che, per come indicato nella mia precedente analisi di un paio di giorni fa e per come in detti casi lo sprofondamento del vortice polare in senso meridiano non è l’evoluzione in genere più probabile, al momento appare maggiormente possibile una maggiore tendenza della medesima grande spinta fredda in quota a muovere in direzione dell’atlantico. Una evoluzione del genere è tipica ed è quella che orienta tendenzialmente lo split in senso longitudinale a determinare un netto profilo easterlies e westerlies e, quindi, un riallineamento dei flussi e dei forcing lungo i paralleli. In questo modo il grande freddo muove da est ad ovest lungo l’europa, ma a latitudini relativamente alte, mentre al mediterraneo toccano le correnti in quota occidentali e, tuttalpiù, a seconda delle disposizioni bariche dei bassi strati, qualche sbuffata fredda da oriente per richiamo da parte delle eventuali circolazioni cicloniche collegate alla spinta oceanica. Tutto questo non significa affatto che le alte pressioni dinamiche in sede groenlandese o sull’alto atlantico sfumino completamente ed in modo duraturo, giacché risulta possibile, invece, che, in qualche modo permangano o manifestino successive rivitalizzazioni, quali eventi sempre potenzialmente in grado di deviare il freddo verso meridione e verso il mediterraneo. Ma, al momento, senza escludere le ipotesi più freddiste di qualche modello che prevedono una porta oceanica meno favorevole a franche aperture, tutto sembra concorrere nella direzione sopra indicata, ovvero nella direzione di una configurazione di possibile grande flusso freddo sull’europa centro-settentrionale e di flusso atlantico all’altezza del mediterraneo. Il mio disegno mostra la situazione in quota a livello emisferico prevista dal modello europeo intorno ai giorni 7/8 e mostra lo spettacolare profilo di uno VP split in cui il ramo asiatico di un vortice polare alterato dalla spinta anticiclonica atlantico/groenlandese muove deciso in senso anti-zonale a guadagnare territori inconsueti verso ovest e verso sud-ovest e, in qualche modo, anche a far sognare i freddisti. La simbologia delle frecce, a sua volta, vuole descrivere: con le frecce viola l’andamento del jet stream con le sue accelerazioni per quei giorni; con le frecce grandi blu l’andamento dello stesso jet stream ad inizio seconda decade; con le frecce blu piccole i flussi o gli spostamenti che tendono ad affermarsi in detta evoluzione. Nel passaggio dal profilo del jet stream dei giorni 7/8 a quello di inizio seconda decade si può apprezzare quanto sopra descritto, ed ovvero la tendenza nella direzione di un rinforzo della spinta zonale e dei movimenti in senso longitudinale…
Pierangelo Perelli

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