Editoriali Slider — 01 Giugno 2023

Le situazioni come quella che interessa il mediterraneo da diversi giorni offrono la possibilità di facili previsioni a livello globale e di previsioni, invece, difficili, a più alta risoluzione o a livello locale. E questo perché sussistono condizioni di stazionarietà nella configurazione barica e dei flussi ma che sostengono una situazione di instabilità potenziale, variamente diffusa, capace di tradursi in fenomeni temporaleschi pomeridiani assai difficili da collocare geograficamente. Di fatto, al netto della possibilità di individuare le aree a maggior rischio in tal senso, lo sviluppo dei cluster temporaleschi, quando non legata, specificatamente, a perturbazioni o anche a linee di instabilità, segue evoluzioni che, in parte, sfuggono all’analisi meteo che cerca di collocare i relativi temporali in maniera precisa. La carta della situazione generale prevista a distanza di 48/72 ore permette di osservare, in modo chiaro, che alle latitudini del mediterraneo continua a resistere la condizione di un campo barico in quota con valori di pressione moderatamente bassi. La stessa fascia, debolmente depressionaria, si delinea, approssimativamente, come le disposizioni orientate nel senso dei paralleli e nelle quali possono venirsi a determinare le condizioni di un flusso ovest-est delle basse latitudini e secondario, relativamente ondulato e ciclogenetico. In verità ed in questo caso tali condizioni non sussistono, o sussistono solo in parte, giacché i flussi ed i forcing sono modesti e quello che viene a prodursi tra il corso orientale all’altezza delle regioni settentrionali e quello opposto sul basso mediterraneo è tuttaltro che un processo di significativa ciclogenesi ed è tuttaltro che un treno perturbato o anche un fronte stazionario. Il profilo è virtualmente quello ma, nella sostanza, quello che abbiamo è una modesta fascia depressionaria presente prevalentemente in quota ed i cui effetti non superano lo sviluppo di qualche linea di instabilità o il crearsi di poco percettibili circolazioni depressionarie. Alla fine, pertanto, la sintesi di un tale contesto, di per sé estraneo a spinte e movimenti e, invece, piuttosto stagnante, è quella di uno scacchiere in cui il tempo è relativamente buono ma con guasti, variamente distribuiti e a macchia di leopardo, che si manifestano nel corso del pomeriggio. Ho disegnato, con le linee viola del jet stream, con le linee blu e rosse dei flussi di media troposfera e con la linea tratteggiata, quale virtuale asse della fascia depressionaria, quanto nel merito e a supporto della descrizione di cui sopra. Mentre la freccia grande in sovraimpressione serve a dare un minimo di indicazione su quella che potrebbe essere l’evoluzione nel medio termine, sinonimo di un certo cambiamento con spostamento dei massimi del nord-europa verso ovest sul nord-atlantico, ma anche sinonimo del possibile determinarsi di una situazione non ancora decifrabile, a metà tra l’eventualità di un temporaneo sud-ovest anticiclonico con approfondimento di depressione atlantico-iberica e rialzi termici e quella, opposta, di un certo affondo da settentrione lungo l’adriatico…

Pierangelo Perelli

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