Scrivere che l’inizio di aprile sarà di segno invernale non vuol dire certamente che avremo chissà quale freddo. Avremo, però, un certo regresso stagionale marcato da temperature sotto media e da una fisionomia climatica più da tardo inverno o da primavera immatura che da primavera piena. Succede. E succede quando, come in questo caso, la porta atlantica si chiude e le azzorre se ne vanno a visitare le aree scandinave lasciando buona parte del continente esposta alla fisiologica e conseguente spinta opposta settentrionale. La dinamica delle onde, e ce lo insegna la fisica, è questa. Ad una spinta meridiana in un senso corrisponde una spinta meridiana nel senso opposto. In troposfera, poi, la forza di coriolis e la legge di conservazione della vorticità fanno il resto. Tant’è che le due onde opposte tendono a ruotare il proprio asse in senso orario venendo a determinare il classico profilo rex-blocking. Se osserviamo il mio disegno, rappresentativo della situazione generale prevista intorno ai giorni 3/4, notiamo proprio che il profilo è quello menzionato, ed ovvero quello di una estesa saccatura associata a poli freddi disposta da nord-est a sud-ovest e che affonda, con azione ciclogenetica, sino in pieno mediterraneo. Situazioni come questa sono, tra l’altro, non ad evoluzione così rapida, perché, come sappiamo, tanto più le ondulazioni sono ampie quanto più le medesime non tendono a traslare apprezzabilmente e tendono, piuttosto, a diventare stazionarie. Ecco perché un pò tutta la settimana si preannuncia nel segno di questo afflusso settentrionale che, tra alti e bassi, governerà lo spirito di una fase inquieta e freddina per il periodo. Nel disegno le frecce grandi viola semitrasparenti indicano i punti di jet streak o dei forcing collegati al jet stream e chiariscono assai bene il senso di un corso in cui il normale flusso occidentale è assai strattonato ed alterato a favore di spinte poco zonali. Semmai predominano, come si può ben vedere, forcing orientati nel senso dei meridiani. Le altre frecce, a loro volta, stanno ad indicare l’azione azzorriana che spinge verso nord-est e l’azione artica che, nel cuore di una estesa saccatura, spinge, con poli freddi successivi ben definiti, verso sud-ovest, apportando sulla penisola correnti da nord-est e riduzioni termiche di un certo valore nonché ondate di relativa instabilità. E le precipitazioni? Beh, la nota dolente di queste situazioni, a meno di estensioni dell’azione fredda verso i mari ad ovest con formazioni di corrispondenti minimi in quelle aree, è che un pò di precipitazioni, di per sé inevitabile, difficilmente si presenta con la configurazione di precipitazioni estese ed abbondanti. Le precipitazioni, invece, risultano sparse, e tendono a concentrarsi al centro-sud e sulla parte adriatica…
Pierangelo Perelli

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