Una fase invernale, più o meno breve, è alle porte e si configura come la perfetta fuga retrograda di un polo freddo artico-continentale associata a split del vortice polare. Lo split relativo trova, in un contesto ideale e dal valore accademico, riscontro anche in stratosfera, dove è in atto uno stratwarming che separa in due lobi il vortice stratosferico. Ci ricordiamo, pur se più intenso, un fenomeno simile alla fine del febbraio 2017, quando l’irruzione siberiana determinò anche significativi episodi di precipitazioni nevose a causa di una repentina successiva riapertura della porta atlantica. Questa volta, e l’irruzione, poiché ben più tardiva, appare anche meno marcata, la retrogressione sembra doversi impantanare in area mediterranea e sul mediterraneo centro-meridionale, con la conseguenza di una evoluzione di tempo perturbato più presente su adriatico e centro-sud. Il disegno, riferito all’emisfero nord della situazione prevista in media troposfera ad inizio settimana, indica il perfetto profilo barico suddetto e l’incisiva scissione con moderato richiamo antizonale del ramo asiatico del vortice polare, in estensione rapida da nord-est o da est verso occidente. Altrettanto impeccabile risulta la ciclogenesi mediterranea associata a richiamo della depressione su gibilterra e sul nord-africa, in un quadro classico di fasatura o di aggancio, destinato ad acuire l’eventuale approfondimento depressionario in mediterraneo centro-meridionale. Si nota il ben definito polo freddo tra adriatico e penisola balcanica in movimento verso levante e destinato, poi, a successiva rotazione antioraria dell’asse e deviazione verso sud-ovest o verso sud, nel contesto della ciclogenesi menzionata. Inevitabile, dunque, una fase caratterizzata da venti di grecale e da temperature decisamente al di sotto delle medie, soprattutto al centro-nord. Da considerare, poi, abbastanza incerta l’evoluzione successiva, sicuramente associata ad un graduale esaurimento e spostamento verso levante della circolazione negativa in gioco ma anche alla persistenza possibile di un blocco atlantico con irruzioni ulteriori, che, tuttavia, sembrano maggiormente destinate ad europa occidentale e vicino atlantico…
Pierangelo Perelli

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