L’autunno che fa l’autunno è anche e proprio questo, ovvero quello di franche perturbazioni atlantiche che entrano da ovest in mediterraneo occidentale e si spostano gradualmente verso levante. Tale flusso, prettamente atlantico appunto, può darsi che subirà un certo ostacolo o si interromperà intorno a metà mese. Ma per quei giorni vedremo. Intanto si fa un gran parlare dell’uragano Kirk, in pieno atlantico ed in fase di decadenza a semplice sistema extratropicale. E se ne fa una gran parlare considerandone la possibile influenza sull’occidente continentale, e persino sull’italia. Non considero, ovviamente, il caso patologico di certi titoli che segnalano l’arrivo di Kirk sull’italia, assolutamente mistificatori, ingannevoli e chiappa allodole. Si può, invece e seriamente, ammettere la possibilità che la stessa perturbazione possa produrre un certo apporto in termini di umidità e di energia; ma anche qui siamo molto nel campo delle ipotesi, ed una cosa, senza sé e senza ma, dobbiamo comunque ammetterla; e vale a dire il fatto che, per come dicono le mappe previsionali, il sistema raggiungerà si le coste del continente, ma le raggiungerà nelle vesti di qualcosa che dell’uragano non ha più neanche il ricordo. Questi sistemi ciclonici, infatti, una volta inglobati nel flusso atlantico, che li trascina in senso opposto al loro fisiologico spostamento, ovvero da ovest ad est o da sud-ovest a nord-est, perdono la loro natura di uragani e diventano sistemi ciclonici extratropicali come quelli naturali, oltretutto per perdere progressivamente intensità o energia. Il che non significa che, in qualche caso non così frequente e soprattutto sul nord-ovest europeo, non possano arrivare con la capacità di produrre certi tipi di effetti come forti venti e forti precipitazioni. L’evoluzione illustrata dal disegno delle isobare e dei fronti segna il passaggio dalla situazione di questa mattina a quella individuata dalle mappe di previsione a distanza di 24/36 ore ed indica, in modo chiaro, come Kirk, al momento presente sull’atlantico, in 24/36 praticamente scompaia nella dimensione di una semplice saccatura secondaria disposta tra francia e mediterraneo settentrionale. Tant’è che si può legittimamente considerarne la presenza in oceano e la sua traiettoria verso l’europa, ma molto meno o per nulla una sua implicazione nelle vicende meteo che ci riguardano…
Pierangelo Perelli

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