L’osservazione delle carte dei global forecast contempla, più o meno, due tipi di esami. Il primo esame fa riferimento alle analisi che prevedono sino a 5-7 giorni ed il secondo a quelle che prevedono oltre ed anche fino a 15 giorni. E’ evidente che le prime offrono una affidabilità che, scemando progressivamente e significativamente dalle 24 alle 168 ore, è comunque in generale accettabile, mentre le seconde, pur frutto di calcoli fisico-matematici e sempre meritevoli di una certa considerazione, non offrono certamente pari garanzie. Ciò detto la loro osservazione rimane lecita e non può non diventare oggetto di riflessioni specialmente quando presentano elementi di interesse. In proposito ed in riferimento alle previsioni del mese la premessa, intanto, è che gli attuali forecast che ci raccontano quanto dovrebbe accadere sino alla metà del mese ed anche oltre fino alla fine della seconda decade, confermano in pieno quanto già espresso ed un contesto senza freddo, piuttosto occidentale se non associato persino a fastidiose rimonte del sub-tropicale. E purtroppo tutto questo rientra nei forecast di medio termine, ovvero in quelli più affidabili. Risulta assai interessante, invece, quanto, pur senza una solida continuità, prospettano certi modelli di oltre oceano per il lungo termine, i quali danno persino l’idea, proprio per i giorni intorno al natale, di una rivoluzione nel segno di un vero e proprio VP split o semi-split con richiamo del ramo freddo siberiano. Sono talmente così tante le volte che certe prospettive di lungo termine sono sfumate poi in un nulla che a dare affidabilità ad una evoluzione del genere ci vuole parecchio coraggio. E se si tratta di forecast la cui probabilità di corrispondere a realtà viaggia al massimo intorno al 20-30% si può ben capire quanto i freddisti, me compreso, debbano attendere prima di cantare vittoria. Pertanto un doveroso scetticismo in proposito mi pare, come minimo, sia in considerazione della notevole distanza temporale e sia in considerazione del fatto che trattasi di prospetti ancora fin troppo variabili, di obbligo. Inoltre mica è detto che, anche dovesse realizzarsi tutto quanto è indicato a 384 ore, la spinta fredda finisca per coinvolgere direttamente il mediterraneo. In ogni caso di una possibilità del genere prendiamo atto, sperando che possa, sia riscattare un mese che si delinea poco freddo almeno sino a tutta seconda decade, che regalare festività colorate di quell’ambientazione invernale più appartenente, meteorologicamente parlando, all’immaginifico che alla realtà. Il disegno indica la situazione in quota che il modello GFS prevede a livello emisferico per i giorni 23-24 dicembre e conforta, sulla base di una repentina rimonta in veste di split ed anche sulla base di come si muove il jet stream, la possibilità di una marcata retrogressione di aria fredda verso occidente ed anche di fasature della medesima con infiltrazioni atlantiche…
Pierangelo Perelli

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