L’autunno che irrompe in una fase, pur se dalla fisionomia generale della mezza stagione, da strascico semi-estivo, può anche non essere l’autunno più classico e delle piogge da occidente, ma può essere quello di infiltrazioni di matrice settentrionale, non così prodighe di precipitazioni ma, certamente, in grado di dare un senso di maggiore conformità climatica al periodo. Occorre dire, infatti, che la porta che apre alle grandi piogge rimane, tuttora, parzialmente o totalmente chiusa, e che tutto ciò che è in grado di far progredire la medesima stagione è, al momento, legato ad un anticiclone che si è finalmente degnato di ritirarsi verso ovest ma che non si ancora permesso di scivolare di latitudine. Al contrario lo stesso anticiclone atlantico ha guadagnato spazi alla alte latitudini, tali da imprimere alle depressioni oceaniche la tortuosa traiettoria che le vede raggiungere il mediterraneo come impulsi freddi destinati ai bacini centrali ed orientali piuttosto che come belle perturbazioni organizzate cariche di piogge estese (il che non significa che, in certe aree o in modo localizzato non si possano avere, comunque, anche in situazioni come quella attuale, piogge intense). Il nuovo di tali impulsi è imminente e ci interesserà tra domani e lunedì 7 (vedi disegno) scivolando velocemente, da nord a sud, verso l’africa settentrionale. Il sempre presente sub-tropicale, quindi, lo affogherà in veste di cut-off, ricostruendosi come moderata fascia ovest-est proprio alle nostre latitudini. A quel punto sarà dunque da verificare il suo grado di vulnerabilità a susseguenti ondulazioni negative probabili, nonché, soprattutto, la possibilità, dopo un rinforzo temporaneo, di una sua resa di maggiore entità legata al progredire, intorno alla metà del mese, di una ampia saccatura atlantica, magari stavolta degna di un autunno più autentico…

Pierangelo Perelli