Editoriali Slider — 30 Marzo 2019

L’affondo previsto si configura come una azione multipla e complessa, ancorata ad un flusso settentrionale polare marittimo, in grado di scompaginare il campo barico mediterraneo e di delineare un disegno evolutivo ciclonico. La medesima azione scava tra l’anticiclone delle azzorre ed un’area relativamente positiva presente sul continente, così da presentarsi come estensione negativa parzialmente ostacolata, almeno inizialmente, nella sua fuga verso est o nord-est. A metà settimana il suo primo attacco ha guadagnato i territori del mediterraneo occidentale e ha disposto la sua ritornante meridionale e la conseguente ciclogenesi proprio a ridosso della penisola lato ovest. Una tale ciclogenesi ligure-tirrenica, associata a rimonta sciroccale, può effettivamente risultare la classica struttura ideale per le sospirate precipitazioni. Il disegno riferisce la situazione prevista in quota ed al suolo in data 4 aprile e mostra quanto descritto. A seguire il flusso instabile può, quindi, nella sua persistenza, trovare successivi spazi più a largo ed in direzione dell’iberia a costruire una corrente umida occidentale e ciclogenetica delle basse latitudini, utile a mantenere il quadro depressionario e, data la persistenza di valore barici relativamente alti sull’europa nord-orientale, capace persino di rendere le associate figure cicloniche oggetto di richiamo di correnti fresche o fredde continentali (evoluzione simboleggiata dalle frecce). Nel complesso il trend generale, dunque, si conferma orientato verso una fase instabile/perturbata, poco primaverile ma, certamente, assai benefica in relazione ai possibili apporti idrici…

Pierangelo Perelli

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