Editoriali Slider — 10 Novembre 2021

Difficilmente non ricordo, soprattutto quando analizzo o commento le carte di previsione del medio o lungo termine, che trattasi di ipotesi che meritano conferme e che sono suscettibili di revisioni o variazioni. Inevitabilmente sussistono situazioni che, per quanto di medio-lungo termine, sulla base della possibilità di significativi cambiamenti e di una apprezzabile uniformità dei modelli, meritano di essere valutate e commentate. Ma mai darle per scontate. Il freddo di metà mese e di cui si sta parlando da qualche giorno è stato in precedenza inquadrato dai modelli come l’inizio di una fase invernale più o meno prolungata e fatta di impulsi successivi. E’ stato doveroso prenderne atto. Così come è altrettanto doveroso prendere atto di quello che gli stessi modelli stanno presentando da qualche ora, sulla base di proiezioni che risultano assai meno, dal punto di vista del freddo, drastiche. La sbuffata, supportata, nel corso della sua evoluzione, da una componente artico continentale, in verità, ci sarà, e potrebbe anche essere significativa. Ma, forse, tanto significativa quanto di breve durata. La circolazione negativa a struttura meridiana e destinata, nel corso del fine settimana, a scompaginare la persistente configurazione ciclonica mediterranea ancora in atto e ad affondare i colpi di un nocciolo freddo in quota proveniente dai mari del nord, appare anche destinata a prendere deciso possesso del mediterraneo e ad allargarsi verso occidente, così da risultare foriera non solo di un richiamo freddo continentale ma anche di un quadro variamente instabile. Ma sembra sussistere, nel contempo, un trend del jet stream e del contesto generale dei grandi flussi in quota e dei relativi forcing che sconfessa certe precedenti ipotesi di forte persistenza di un asse meridiano anticiclonico oceanico e che, invece, predilige proiezioni maggiormente favorevoli a spinte ovest-est d’oltralpe. Se, infatti, osserviamo il disegno che illustra la situazione generale prevista intorno ai giorni 15/16 possiamo notare un profilo da opposizione di fase nel quale la conseguenza dell’impulso freddo tende ad estesa area depressionaria mediterranea isolata e parzialmente o totalmente chiusa al freddo dell’est europeo, che se ne va verso levante. Una tale chiusura da parte di un’invadente azione anticiclonica, in realtà, era già prevista in precedenza. Era, piuttosto, assai meno prevista una situazione non favorevole ad ulteriori successivi impulsi nord-atlantici e più favorevole a chiusure anticicloniche da forcing zonale alle medie latitudini. Non che una chiusura anticiclonica a nord delle alpi non possa essere foriera di quel tempo continentale associato a depressione sul mediterraneo centro-meridionale e, pertanto, a richiamo di aria più fredda. Ma di certo un conto è una moderata azione di richiamo da est ed un altro sono impulsi assai freddi e diretti che prendono origine dalle regioni artiche. Con tutto ciò e come sempre, però, mai dire mai…

Pierangelo Perelli

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