Editoriali Slider — 05 Gennaio 2021

Tentare di disegnare il futuro della situazione meteo generale a 10 giorni ed oltre è sempre molto complicato e, non infrequentemente, ancorabile a pure ipotesi sempre pronte per essere, in tutto o in parte, smentite. E’ altrettanto chiaro che, a questo punto dell’inverno, tentare di capire, in base alle varie proiezioni, i destini di un mese critico e caratterizzante come gennaio, non può non essere, oltre che stimolante, lecito e giustificato. Non da oggi, infatti, buona parte dell’europa ed il mediterraneo sono interessati da un disegno a saccatura plastica, continuamente alimentato da aria artico-marittima, foriero di precipitazioni e di un clima moderatamente invernale, e non da oggi, di conseguenza, ci si interroga sulla possibilità futura di una evoluzione associabile ad azioni più intense e dirette della stessa aria artica. Sul clima invernale dico e ribadisco il moderatamente giacché di ondate di vero freddo si è visto, per ora, poco o nulla, e si è visto piuttosto un quadro di masse di aria fredda del nord o anche dell’est destinate a latitudini d’oltralpe e all’europa centro-occidentale. Vista la persistenza di un disegno come quello spiegato, a sacca estesa, che affonda sino al mediterraneo settentrionale e che allarga sino all’oceano francese ed iberico, il motivo di detto tempo e di detto clima è, d’altra parte, ben spiegato. Il corso è tuttora questo, anche se è da rilevare un atto tendenziale e temporaneo di distribuzione barica maggiormente orientata lungo la longitudine e un profilo a depressioni in bassa latitudine capaci di favorire, nel corso del loro transito mediterraneo da sud-ovest a nord-est, un certo richiamo di masse d’aria orientali. L’abbassamento conseguente ed in atto della quota neve anche sulle regioni centrali non può non essere ben accolto ma non deve certo, nel contempo, far pensare a chissà quali ondate di freddo. La figura in alto a sinistra, quale disegno sintetico della fisionomia del vortice polare prevista a distanza di 5 giorni, fornisce conferma di questa tendenza che vede affondi maggiormente semi-retrogradi con ciclogenesi in sede iberica, ritornate occidentale in quota e vorticità mediterranea in transito con moderati richiami di aria fredda dell’est oltre una certa latitudine. E chissà mai, al riguardo, che la prossima depressione, prevista per questo fine settimana, non riesca, seppur temporaneamente, ad abbassare ulteriormente il livello della quota neve. Si può quindi tentare di visionare il dopo ed il futuro di metà mese successivo al transito di detta depressione nonché quello di fine seconda decade. E lo si può fare, ad es., osservando il profilo del vortice polare che ci propongono i vari modelli, che si colloca intorno a metà mese, e che, come in questo caso, indica profili analoghi anche per fine seconda decade. Ebbene, per come dicono i tre disegni, si osserva un trend che non tende, ahimé, verso una maggiore frammentazione del vortice medesimo, e che si indirizza nella direzione di affondi artici di un certo livello confinati ad est. Con disegni di fine decade persino freddisticamente peggiorativi, dovesse andare così potremmo ammettere un ulteriore allontanamento, almeno a tutta seconda decade, delle possibilità di ondate di gelo o di vero freddo. Ma non ce lo auguriamo…

Pierangelo Perelli

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